giovedì 10 marzo 2016

[Recensione] "A Time For Dancing" di Davida Wills Hurwin

Sembra che il mio trend sia quello di continuare con libri che in qualche modo mi feriscono sempre, ma questo sarà l'ultimo - almeno per un po'. 

Oggi si parla di A Time For Dancing di Davida Wills Hurwin che ho finito ieri sera in poltrona dopo cena, mentre tentavo di fermare i singhiozzi per non svegliare Alaska che mi dormiva sulle gambe. 


Titolo: A Time For Dancing
Autrice: Davida Wills Hurwin
Data di uscita: 10 febbraio 2016
Pagine: 272 (copertina flessibile)
Editore: Giunti Editore
Collana: Waves

Trama: Sam e Jules sono amiche da sempre e l'estate prima dell'ultimo anno del liceo discutono il proprio futuro, sognano di andare all'università o di scegliere il duro cammino per diventare ballerine professioniste.
Comunque sia, sono pronte a vivere questa esperienza insieme, condividendo trionfi e lacrime. Non sono pronte però al destino che è già dietro l'angolo: Jules scopre di avere un tumore.
Inizia così un nuovo capitolo della loro esistenza che le costringe a scoprire nuove cose di sé e dell'altra, che rischia di farle smarrire ma finisce per confermare la forza della loro amicizia.
La vita può essere durissima e imprevedibile ma anche meravigliosa: esistono un tempo per amare, un tempo per vivere e un tempo per ballare.


Questo libro è stato tradotto e pubblicato in Italia solo il mese scorso, ma la verità è che è molto più vecchio di quello che qualcuno potrebbe pensare. 

Appena ho visto il titolo tra le nuove uscite di quella settimana/quel mese, ho subito pensato all'omonimo film con Larisa Oleynik e Shiri Appleby e infatti poi ho scoperto che il film è stato tratto da questo libro - libro che è sua volta si basa su una storia vera. 

E mi sono stupita nello scoprire che il film era tratto da un libro perché il film risale al 2000, ma io comunque devo averlo visto per la prima volta solo diversi anni fa e non ero proprio a conoscenza dell'esistenza di un libro. 

E lo stesso, pur sapendo il finale e quanto io ancora sia in grado di piangere fiumi di lacrime nel guardare il film, il libro l'ho acquistato lo stesso. 
Perché sono masochista, fondamentalmente

Ammetto che comunque sapere quello che accadrà - e anche senza aver mai visto il film si intuisce facilmente come andrà a finire - forse toglie un po' di atmosfera
Un po' come quando mi sono letta Psycho di Robert Bloch avendo già visto il famosissimo film di Alfred Hitchcock. 
Ma mi sono detta che erano passati anni da quando avevo visto il film e che comunque le storie narrate non sono mai uguali in ogni singolo dettaglio. 

La prima edizione del romanzo risale al 1995 e nonostante siano passati poco più di vent'anni, credo che le emozioni che susciti siano le medesime - non importano due decenni in mezzo. 

E non importano perché la storia di Jules e Sam è una storia di amicizia e passione e amore per la danza e la vita che va ben oltre la morte. 

Questo libro per me è stato importante principalmente per due motivi, due motivi che poi sono i cardini della storia stessa: l'amicizia e il cancro - sebbene nella mia vita questi due aspetti non si siano incrociati. 

Jules e Sam sono amiche sin dall'età di nove anni, sin da quando l'amore per danza le ha spinte a dare il meglio per se stesse e per l'altra durante le lezioni. 
Sono due amiche che si confidano tutto, che fanno affidamento l'una sull'altra quando le cose in famiglia e con la scuola vanno male, che fanno progetti oltre il liceo, che sognano un futuro come ballerine. 
Sono due amiche che vengono travolte dall'ingiustizia della vita quando a Jules viene diagnosticato un cancro. 

Sono due amiche, ma sono anche due ragazzine di appena diciassette anni. 
E Jules si rende conto che ha intrapreso un viaggio in solitaria - un viaggio che per quanto i suoi genitori e Sam si sforzino di comprendere, accettare e affrontare comunque non possono capire fino a fondo. 
Jules è arrabbiata - con la vita, con quelli che la circondano, con se stessa e con quel suo corpo da ballerina che l'ha tradita perché la sua mente è ancora capace di danzare, ma i suoi muscoli e le sue ossa non riescono più a sostenerla. 

E Sam prova a starle vicina in tutti i modi, prova ad abbattere quel muro di ostilità e di stanchezza che la chemioterapia di Jules ha frapposto tra loro, ma le sembra sempre di sbagliare.  
Ed è arrabbiata anche lei - anche lei è arrabbiata con la vita, è arrabbiata con il cancro, è arrabbiata con Jules perché anche se sa che non è colpa sua, non è più la stessa persona e sembrano non riuscire più a comunicare. 

Sono due amiche che finiscono per allontanarsi in una situazione che di facile non ha proprio nulla, ma che in un qualche modo riescono sempre a ritrovarsi perché la loro amicizia è più forte "di uno stupido cancro" e della morte. 
Perché Jules è l'Unica e Sola di Sam e Sam è la metà di Jules e non importa dove saranno, questo niente potrà mai cambiarlo. 

E alla fine ho pianto. 

Questo libro per me è stato un altro di quelli che hanno l'effetto di un pugno nello stomaco perché anche io credevo di avere un'amicizia come quella di Sam e Jules, un'amicizia di quelle in cui non importa cosa devi affrontare perché sai che avrai quell'unica persona che ti conosce anche forse meglio di te stessa a fianco. 
Non è stato così e questo libro mi ha fatto sentire nostalgia di quel periodo della mia vita perché sebbene io adesso abbia delle amiche che sono davvero come sorelle, la somiglianza anagrafica di Sam e Jules con quella che avevo io all'epoca ha fatto comunque male. 

E poi c'è l'altro aspetto di questo libro, quello che davvero mi ha fatta scoppiare in lacrime: il cancro. 
Mio nonno è morto proprio per questo motivo nel novembre del 2003 dopo sei mesi di calvario e come per Jules, quello è stato un viaggio che ha potuto fare soltanto lui: era lui quello che stava male per la chemio, era lui quello che lottava per un altro giorno, era lui quello che alla fine ha perso la battaglia. 
E io e tutta la mia famiglia non potevano fare altro che assistere impotenti e prepararci come meglio potevamo a dire addio. 

E anche io, come Sam, non sempre sono riuscita ad essere la persona di cui avrebbero avuto bisogno. 
E come è stato per Sam, queste sono cose che ti cambiano per sempre. 

E una storia del genere era necessario che fosse narrata da entrambi i punti di vista, con i capitoli che si alternano tra Sam e Jules - con i primi ostacoli, le prime incompresioni, i litigi e i tentativi di recuperare quello che sembrava perso prima che fosse troppo tardi. 

È un libro in cui la voce di entrambe si fa sentire, forte e chiara. 
È un libro sull'amicizia e sulla danza - danza che è il rifiugio sicuro per entrambe, l'elemento in cui si ritrovano e ciò che dà loro di nuovo una sorta di equilibrio in mezzo a tutto il caos che le circonda.
La danza è anche ciò con cui comunicano tra loro senza per forza di cose usare le parole.

È scorrevole, lo si divora pagina dopo pagina e c'è un buon equilibrio tra parte descrittiva e dialoghi ed è un libro che segna - almeno io parlo personalmente. 
E anche se noi italiani lo leggiamo soltanto adesso nel 2016 e ogni tanto durante la lettura mi sia chiesta perché le protagoniste usavano sempre il telefono fisso e non il cellulare salvo poi ricordarmi che eravamo nel 1995, è da questo che comunque si vede un bel libro - quando, a parte piccoli dettagli, non senti affatto un divario temporale di vent'anni perché la storia era vera allora tanto quanto lo è ancora oggi. 

È un libro comunque pieno di speranza, un libro che insegna - e che a me ha aiutato a ricordare - che chi amiamo alla fine è sempre con noi in qualche modo, che possiamo avvertire la loro presenza anche nelle piccole cose se ci concentriamo abbastanza

Che l'amore - quando è davvero amore - trascende la vita e la morte. 

"The casket sat in the front of the church, open to all. I didn't look. Whoever was there wasn't Jules. Jules was at the ocean now, being a seagull. Dancing. And free."




Post-scriptum.
So che le mie recensioni cadono forse un po' troppo sul lato personale e voi potreste anche dire "ma tu ce l'hai il tuo blog personale e quindi queste cose potresti scrivertele di là e qui limitarti a parlare del libro", ma ci sono storie che semplicemente non riescono a non tirare fuori cose "intime" di me stessa quando mi colpiscono in particolar modo. 
E non mi scuserò per questo, ma posso assicurarvi che non tutte saranno così. 

2 commenti:

  1. Ho amato molto il film, ma non sapevo fosse tratto da un libro.
    Sono d'accordo con la tua splendida recensione. Il bello di A time for dancing è la forza dell'amicizia tra Jules e Sam, che alla fine si dimostra capace di superare qualsiasi ostacolo.

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    1. Anche io non lo sapevo prima vederlo pubblicato in italiano e all'inizio ho pensato che fosse venuto dopo, come accade in alcuni casi quando il libro viene scritto DOPO il film.
      Poi ho visto la vera data di uscita e sono rimasta a bocca aperta!

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