domenica 27 marzo 2016

[Recensione] "Una dolce ostilità" di Marianne Kavanagh

È la seconda volta che ho a che fare con un romanzo di Marianne Kavanagh e devo dire che questa volta è andata meglio della precedente. 
Oggi si parla del suo secondo romanzo, uscito all'inizio di questo mese. 

Titolo: Una dolce ostilità
Titolo originale: Don't Get Me Wrong
Autrice: Marianna Kavanagh
Data di uscita: 3 marzo 2016
Pagine: 293 (copertina rigida)
Editore: Garzanti
Collana: Narratori Moderni

Trama: Kim ha una sola certezza: odia Harry con tutta se stessa. Eppure è costretta ad averlo sempre tra i piedi, a vederlo ogni giorno girare per casa. Perché è il migliore amico di sua sorella. La sua famiglia lo adora, ma Kim non riesce a fidarsi di lui. Non hanno nulla in comune. Harry si occupa di finanza e la carriera sembra essere il suo unico obiettivo, mentre lei fa volontariato e lavora per un ente non profit. Sono l'uno l'opposto dell'altro e non fanno che discutere. Fino a quando il destino non li unisce oltre la loro volontà: devono prendersi cura insieme del nipotino di Kim. E da allora tutto cambia. Giorno dopo giorno, la ragazza scopre che Harry ha sempre indossato una corazza per nascondere il suo animo ferito. Scopre che è stato costretto a crescere troppo in fretta. E nel profondo dei suoi occhi all'improvviso intravede qualcosa che non può dimenticare. Ma a cui non riesce a credere. Non è facile per lei accettare che Harry possa essere una persona diversa. Troppa ostilità ha diviso i loro cuori per tanto tempo. Eppure nel profondo di se stessa sente che quell'odio forse non è nient'altro che una forma di amore. Ci vuole solo coraggio. Perché a volte per trovare l'anima gemella bisogna cercare proprio lì dove meno ci si aspetta.


Una dolce ostili mi è piaciuto molto di più del precedente romanzo dell'autrice, che avevo recensito QUI

Anche questo romanzo, come il precedente, vede la storia dipanarsi nel corso degli anni e si apre con il presente del 2015 per poi tornare indietro al 2006, ripercorrendo in ordine cronologico tutti gli avvenimenti che hanno portato i protagonisti a trovarsi in una sala d'attesa in ospedale all'inizio del libro. 

Kim è una "so-tutto-io", piena di pregiudizi e preconcetti e convinta di avere ragione solo lei, convinta che basti urlare sopra tutti gli altri per avere la meglio in una discussione.
Kim è irascibile, antipatica, sgradevole e acida e forse per questo mi è piaciuta: perché è credibile e reale, con tutti i difetti che noi incontriamo quotidiamente nelle altre persone. 

E odia Harry - Harry, il migliore amico di sua sorella e con la pazienza di un santo e l'animo di qualcuno che è sopravvissuto a qualcosa di brutto e ora vuole aiutare gli altri a stare meglio e a trovare la forza di andare avanti esattamente come l'ha trovata lui conoscendo Eva - sulla base di nulla praticamente: solo prime impressioni e preconcetti e sentito dire. 
Lo odia per come tutti lo amano e forse in realtà la sua è anche invidia, ma lei è la prima che non riesce ad offrire comprensione e non vuole prendere mai in considerazione altri punti di vista. 

La narrazione è alternata dal punto di vista di Kim e dal punto di vista di Harry e grazie a loro due conosciamo anche diversi aspetti di Eva - la sorella maggiore di Kim - e come questa abbia influenzato la loro vita e le loro decisioni.
Grazie ai due punti di vista conosciamo anche tutti gli altri personaggi che fanno da contorno alla storia: un padre assente e indifferente, una madre superficiale che si nasconde dietro un finto buonismo e una finta aristocrazia, le amiche di Kim che sono sempre dalla sua parte ma non esitano a dirle in faccia quando sbaglia, i colleghi di Harry e la storia della sua famiglia. 

L'ostilità tra Kim e Harry si ripropone per tutto il romanzo perché Kim fa presto ad irritarsi anche solo sentendo il nome dell'altro, ma poi quando accade qualcosa che li costringe ad avere in comune il benessere e la felicità del figlio di Eva come prima priorità, Kim è troppo stanca per combattere come una volta e lei stessa si rende conto di essersi ammorbidita ma basta una frase o una battuta di Harry per riportare alla luce tutti quei pregiudizi che ha sempre avuto nei suoi confronti. 

E non è una storia d'amore, non nel senso che la si intende comunemente perché il finale è aperto e spetta al lettore immaginare come potrà andare a finire. 
È una storia su come ci si sbagli quando si è accecati dai pregiudizi ed è una storia su come qualcuno riesca ad amare una persona vedendo oltre lo scudo di difetti con i quali l'altro si mostra al mondo
È una storia di amicizia, coraggio, accettazione e comprensione - soprattutto è una storia di speranza. 

Questo secondo libro dell'autrice mi è piaciuto molto più del precedente
Anche qui la storia si dipana nel corso degli anni ma i cambiamenti nella vita dei personaggi li vedi, li senti - percepisci come Kim e Harry cambino e si trasformino al contrario di Tess e George che ad ogni anno nuovo erano sempre allo stesso punto. 
E soprattutto Kim e Harry sono più sfaccettati e complessi e reali dei noiosi e statici Tess e George, che avevano un modo di pensare che non può trovare riscontro nella realtà di tutti i giorni - almeno secondo me.  

Questo libro per me è stato decisamente più piacevole e interessante da leggere del romanzo d'esordio. 

"La gente cerca di continuo degli schemi, pensava Harry. È un impulso naturale. Perché gli schemi fanno risparmiare tempo. Tenti di riconoscere ciò che sai già in modo da non dover analizzare ogni informazione che ti capita di incontrare. Altrimenti la vita sarebbe sfiancante. Vivresti costantemente circondato da una cortina di panico. Ma a volte, rifletteva, sospinto da un'ondata di pendolari, gli schemi di spezzano. In certi casi la sequenza è proprio quella che ti aspettavi, in altri va a rotoli. Perché? Un errore umano? Un cambiamento calcolato? Oppure solo un evento casuale che nessuno aveva modo di prevedere?"

e ½

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