sabato 29 ottobre 2016

[Book Tag] Name Book Tag

Ed eccoci di nuovo qui con un booktag, questa volta trovato sul blog di Sara di And I believe in a book again

In cosa consiste? 
Consiste nel comporre il mio nome usando i titoli dei libri. 
All'inizio, quando l'ho progettato, avevo pensato di inserire libri che non ho ancora letto in modo da non citare sempre gli stessi ma poi mi sono resa conto che avrei fatto "spoiler" su alcuni libri che avrei mostrato nel recap mensile. 
Quindi mi sono armata di Goodreads e ho spulciato tutti i libri letti alla ricerca di quello più adatto e santo cielo, non sapete che problemi mi ha dato la E! 

Cominciamo? 


An Abundance of Katherines di John Green

È stato l'ultimo libro che ho letto di John Green - da qualche parte in camera ho ancora Will Grayson, Will Grayson da leggere e avrei anche Let It Snow scritto a sei mani con altri due autori
Tradotto come Teorema Catherine, è stato quello che mi è piaciuto di meno tra i quattro di Green che ho letto - avevo trovato Colin davvero irritante e lagnoso, sebbene condividessi alcune cose con lui su cui forse sarebbe meglio non soffermarsi perché questa non è la sede adatta, ma di base ho preferito il suo migliore amico come personaggio. 
Se volete, potete leggere la mia recensione in inglese QUI su Goodreads - altrimenti fate un fischio e posso anche tradurvela in un Throwback Thursday, a voi la scelta. 


La mia migliore amica di Anne-Sophie Brasme

Mettiamola così: era il 2008, era un periodo orribile, non parlavo con la mia ex-migliore amica da due anni e quando ho visto questo libro non ci ho pensato due volte - solo recentemente ho scoperto che la prima edizione italiana risale al 2002. 
Comunque questo libro non è stato assolutamente come me lo aspettavo: è un libro profondamente disturbante, che racconta di un'amicizia morbosa che rasenta l'ossessione - anzi, non è che la rasenta, lo diventa proprio - e con una protagonista in carcere che racconta cosa l'ha portata due anni prima ad uccidere la sua migliore amica. 
Quando ho fatto le grandi pulizie l'ho messo in soffitta, ma non ne nego che sarei curiosa di rileggerlo ora che è passato tanto tempo da quel periodo. 


IT Can Be Dangerous di Ita Ryan

Questo è un libro inedito in Italia, mi aveva attirata per il doppio significato che leggevo nel titolo: quello generale "può essere pericoloso" a quello specifico inerente alla trama di "il reparto informatico può essere pericoloso"
Ed è proprio nel reparto informatico di un ufficio nella City di Londra che si consuma un delitto, con la nostra protagonista così assorta nella programmazione di codici da non accorgersi nemmeno che il suo capo nell'ufficio a fianco viene ucciso. Cynthia viene sospettata, ma non ci sta a fare la donzella in pericolo quando viene riconosciuta come testimone e presa di mira dal vero assassino e si mette ad indagare. È stato davvero carino, a tratti esilarante a causa dello scambio di email tra Cynthia e i suoi colleghi e tiene sulle spine nell'attesa di scoprire il colpevole. Potete leggere la mia recensione in inglese QUI


Come capire se il tuo gatto sta cercando di ucciderti di Matthew Inman

È l'unica graphic novel in mio possesso, un regalo di Natale del 2013 di quando c'era ancora Cico - il mio bellissimo micio rosso. Onestamente, chiunque conoscesse un minimo Cico, avrebbe pensato che questa graphic novel davvero carina fosse assolutamente adatta a noi umani - non sapevi mai quando Cico avrebbe colpito. E direi che a quanto pare è una cosa di famiglia avere gatti pronti a ucciderti nel sonno perché a dispetto di tutto quello che si dice sulle femmine che sono più coccolone, evidentemente non hanno mai conosciuto la mia piccola Alaska - un'altra killer vestita di morbido pelo. È divertente e leggera - la graphic novel, non Alaska. Beh, anche lei perché in fondo è una scricciola, ma non è dei suoi baffi che stiamo parlando qui. 


Emily di Christa Laas

Questo è l'unico libro che possiedo - tra quelli letti e quelli in TBR - il cui titolo inizia con la lettera E. Ci sarebbe Emma, ma non posso mettere la Austen ovunque. Tecnicamente ce ne sarebbe stato un altro, ma la E del titolo è accentata e siccome il mio nome non ha accenti da nessuna parte, non mi sembrava il caso.
Emily è uno dei libri che ho amato da ragazzina, uno di quelli che tengo ancora sullo scaffale in camera mia. E ragazzina lo ero sul serio perché l'edizione italiana è del 2001 e io avevo 12 anni ed ero alle prese con il mio primo e unico colpo di fulmine - ma non entriamo in argomento. Questo è un libro molto delicato: è la storia di Emily che viene lasciata da Julian senza neanche una parola e al centro commerciale incontra Sascha, capace di distrarla e di diventare presto suo amico - costruendo le basi per qualcosa di più magari? Forse è una storia come tante, ma credo che letto nei primi anni dell'adolescenza sia davvero adatto nel modo in cui insegna a reagire alla rottura della prima storia d'amore. 


E anche per questo tag è tutto, se non l'avete ancora fatto sui vostri blog allora sentitevi pure presi in causa! 
Cheers! =]  

giovedì 27 ottobre 2016

Throwback Thursday: "Juliet, Naked" di Nick Hornby

Dopo l'interruzione della settimana scorsa che ha visto il Throwback Thursday/recensione di Fangirl di Rainbow Rowell, riprendiamo la rassegna dei libri che ho letto di Nick Hornby. 
È l'ultimo di cui vi devo parlare, poi toccherà al mio adorato High Fidelity - come farò, non ne ho assolutamente idea. 
Dopo How To Be Good, About A Boy e Slam, oggi tocca a Juliet, Naked - tradotto in italiano, sempre dalla Guanda, con il titolo Tutta un'altra musica.

Throwback Thursday è ideata da The Housework Can Wait e Never Too Fond of Books.
Rubrica del giovedì in cui parlo di libri che ho recensito solo su Goodreads o altrove, in quanto ancora non avevo un blog in cui parlarne.


Titolo: Juliet, Naked
Autore: Nick Hornby
Data di uscita: 2010
Data di uscita originale: 2009
Pagine: 250 (copertina flessibile)
Editore: Penguin Books

Trama [tradotta da me]: Annie ha messo quindici anni della sua vita nella relazione con il sicuro, ma leggermente ossessivo, Duncan e ora vorrebbe il rimborso, grazie. È ora di andare avanti, voltare pagina. Ma lei vive a Gooleness, la risposta 'a nord' alla domanda che nessuno ha chiesto. Può davvero trovare un amore autentico, giusto, da 'lo sento fino alla punta delle dita dei piedi' in una cittadina di mare umida e ventosa? Oppure dovrebbe forse seguire il suo cuore e rincorrere Tucker, una rockstar americana che si è data alla reclusione, che continua a mandarle email con saggi consigli? Ma tra Annie e la sua seconda occasione c'è qualche ostacolo. C'è Malcolm, lo psicologo più moralista al mondo che ti giudica in ogni occasione, e Barnesy, il ballerino più estroverso del nord. C'è quello che uomini e donne farebbero e non farebbero per amore. E, ovviamente, c'è Tucker...



Intanto mi sono fregata. Avrei voluto prendere il libro con questa cover perché era in linea con gli altri miei Nick Hornby della Penguin. Poi non mi ricordo che è successo, forse non era disponibile su Amazon e io ho ripiegato su quella che vedete sopra, non pensando di guardare le opzioni che Amazon offriva (tra usati, nuovi provenienti dal Regno Unito e venditori terzi) perché non era ancora una mia abitudine. Mi sono accorta subito che, sebbene il formato fosse lo stesso degli altri, la cover aveva una "consistenza" e un effetto ottico diverso. 
Pazienza, mi sono detta, che dovevo fare? Tanto avevo gFunny Girl che è enorme e How To Be Good e A Long Way Down in un formato più grande degli altri miei piccoli Penguin - questi due li avevo presi usati ed evidentemente erano un reprint. 
Morale della favola, mi sono fatta andare bene lo stesso la cover di Juliet, Naked - anzi, forse è anche quella un pochino più azzeccata, sebbene anche quella che volevo inizialmente ha il suo perché con la storia. 
Fine dello sproloquio. 

Juliet, Naked l'ho letto un anno fa, tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre. 

Annie e Duncan convivono. Lei è la curatrice di uno scarno museo di un'altrettanta scarna cittadina di mare, lui vive nell'ossessione che nutre per Tucker Crowe - un musicista americano che si è ritirato improvvisamente dalle scene più di vent'anni prima lasciando fans basiti e in lacrime e ancora alla ricerca di una spiegazione. Annie è paziente e accomodante anche mentre Duncan fa le ore piccole al computer come moderatore di una piccola nicchia di fans che ancora sono alla ricerca di indizi e avvistamenti e improbabili riconoscimenti. 
Un giorno, tramite un contatto, Duncan riceve a casa la versione grezza e non arrangiata dell'album che ha consacrato Tucker come rockstar. Duncan e il gruppetto di amici online lo portano in trionfo, arrivando a dire che è persino meglio dell'originale Juliet e battezzando questo nuovo capolavoro Juliet, Naked. Secondo Annie invece, questo è un'assoluta porcheria e per la prima volta si sente di esprimere quest'opinione sul forum - dove ovviamente verrà attaccata e criticata dal fandom. 
Ehi, ma tu guarda, stiamo ancora parlando di fangirling e di fandom. 
Questa divergenza di opinioni su Juliet, Naked - e, diciamoci la verità, anche il fatto che Duncan abbia un'amante - porterà i due a separarsi, ma consegnerà ad Annie una email inaspettata nella quale lo sconosciuto che le scrive le dirà di essere d'accordo con lei e che ha ragione e che quelle tracce non avrebbero mai dovuto vedere la luce. Dopo domande e accertamenti del caso, sorprendentemente Annie scopre che a scriverle è stato Tucker Crowe in persona. È quasi fin troppo facile per Annie prendersi una cotta, ma niente è facile quando hai a che fare con un uomo che si è dato alla reclusione e che è un cattivo padre nonché un compagno ancora peggiore. 
Nascerà qualcosa di più concreto di uno scambio di email quando Tucker arriverà in visita in Inghilterra?

Credevo che mi sarebbe piaciuto di più - vista la presenza di rotture relazionali tra le persone, musica e tutto il resto. Ma non mi è piaciuto nel modo in cui mi sarei aspettata e ho sentito la mancanza di.. qualcosa. Hornby è sempre Hornby e ci sono cose che meritano di essere ricordate e sottolineate e citate, ma..
Ma.

La prima metà è la migliore, ma poi il romanzo si perde per strada. 

Qual è il punto, alla fine?
Capisco la scoperta scioccante di aver sprecato molti più anni di quanto pensassi della tua vita intrappolata - o anestetizzata - in qualcosa di monotono, ma come ho letto in un'altra recensione, dov'è la drammaticità promessa?

E penso che sia esattamente questo - o la mancanza di suddetta drammaticità - a fare la differenza. Arrivi ad un punto nel quale ti perdi perché non riesci più a capire come questi personaggi pensano e/o si comportano. O forse sono io che non riesco a capire cosa ci sia da amare in Tucker Crowe. Davvero, Annie mi ha persa ad un certo punto verso la fine. Esattamente come non ho visto uno scopo in Malcolm, Gav e Barnesy, quindi magari sono io quella che ha dei problemi con questi personaggi e con questo romanzo in generale.

Magari ho bisogno di qualche giorno per riflettere se per caso ho perso dei dettagli e ho mancato di vederli. Può essere.
Ma mi ci è voluto molto tempo per finirlo e di solito non c'è lavoro o vita privata che riesca a tenermi lontana da un libro di Nick Hornby, ma con questo non è stato così.

Mi aspettavo di più e se volete un buon libro che parli di rotture, amore, vita e musica continuo a pensare che High Fidelity sia la scelta migliore


"Mildness was clearly an elusive quality; you couldn't just turn it on and off when you felt like it. But then, that was the trouble with relationships generally. They had their own temperature, and there was no thermostat."

Su Goodreads gli avevo dato tre stelle - arrotondando per eccesso perché si tratta pur sempre di Nick Hornby - ma qui forse posso prendermi un po' più di libertà. 
How To Be Good si era beccato la valutazione più bassa che io avessi mai dato ad un libro di Hornby e mi aveva fatta uscire fuori dai gangheri grazie al personaggio di David, ma almeno aveva smosso qualcosa dentro di me. Qui invece non c'era niente che mi facesse avere una reazione del genere - nemmeno Duncan, nel suo essere ottuso e irritante, si è avvicinato a David. Annie invece ogni tanto con il suo sarcasmo è riuscita a farmi sorridere. Ma non è stato abbastanza. 

e ¾

mercoledì 26 ottobre 2016

WWW.. Wednesday! #27

Arrivo come sempre con l'acqua alla gola in questo ennesimo - beh, mica tanto, il titolo del post mi ricorda che è il numero 27 - appuntamento con la rubrica del mercoledì. 

Perché arrivo con l'acqua alla gola

Perché il mio ultimo libro l'ho finito ieri sera dopo cena e ho scritto la recensione in un flash prima che iniziasse Quantico su Paramount Channel e quasi tutti voi sicuramente non l'avrete vista pubblicata

Okay, okay, va bene, sarò sincera: non l'ho finita esattamente prima che iniziasse Quantico. Diciamo che potrei averla scritta quasi tutta prima dell'inizio e ad ogni pubblicità controllavo errori di ortografia e le davo un'aggiustatina se mi ero dimenticata qualcosa che nel frattempo mi era venuta in mente. E poi l'ho fatta risultare postata alle 21 spaccate. Suvvia, non c'è bisogno di farmi causa per un'inezia così. 
 
Passiamo al WWW, che dite  


WWW Wednesday è una rubrica settimanale ideata da Should be Reading in cui vi mostro le mie letture passate, presenti e future.



What did you just finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)


Come accennavo sopra, ho finito Wild Awake di Hilary T. Smith proprio ieri sera. A dispetto della trama che suggerisce un classico YA che potrebbe sfociare nel romance.. fidatevi, non è assolutamente così. Se decidete di leggerlo, preparatevi a scendere nella mente nella protagonista e tenetevi stretti. La recensione - priva di spoilers - la potete trovare QUI



What are you currently reading? (Che cosa stai leggendo in questo momento?)


Come sempre, vediamo di non essere troppo fiscali sul fatto che non sto attualmente leggendo The Death of Downton Tabby di Mandy Morton perché, suvvia, sono in procinto di farlo. Sapete che ormai il ritmo va così. La cover è un amore, vero? 



What do you think you'll read next? (Che cosa pensi di leggere dopo?)


Il primo che vedete - Goodbye Stranger di Rebecca Stead - è stato il mio ultimo acquisto di settembre. Non l'avete visto nel recap mensile perché avevo già preparato e programmato il post e proprio il pomeriggio del 30 settembre sono andata in città con una mia amica e sono tornata a casa con il libro. Come target tecnicamente sarebbe un middle grade, ma fondalmentalmente chissenefrega. 
Il secondo invece, Il gatto che aggiustava i cuori di Rachel Wells, è stato un regalo di Natale (richiesto) dei miei genitori l'anno scorso. Qualche giorno fa ho scoperto che deve uscire il sequel e, dato il mio proverbiale amore per i gatti, se non ci metto le mani sopra il mese prossimo al centro commerciale mi sono già premurata di mettere le mani avanti con i miei genitori per Natale. xD


E siamo giunti alla fine anche di questo WWW! :)
Come al solito, ditemi cosa state leggendo voi e com'è stata la vostra settimana in libri oppure lasciatemi il link e verrò a sbirciare! 
Stasera niente cinema, ma andrò settimana prossima a vedere Doctor Strange perché sicuramente oggi ci sarà il panico e se voi lo vedete prima di me, siete pregati di astenervi dal divulgare spoilers alla sottoscritta. Così stasera io mi guardo le puntate de I Medici registrate ieri sera e sbavo su Richard Madden con i capelli lunghi.
E sempre come al solito, vi invito a restare nei paraggi per un altro Throwback Thursday online qui sul blog domani. 

Cheers! :)

martedì 25 ottobre 2016

[Recensione] "Wild Awake" di Hilary T. Smith

Il libro protagonista di oggi è un altro inedito in Italia ed è di un'autrice che mi ispira particolarmente. Hilary T. Smith è entrata nel mio mirino con A Sense of the Infinite, il quale è nella mia wishlist da almeno un anno. 
Ma dato che al momento è disponibile ancora solo in hardcover e costa una vera follia - anche se si sa che ho fatto di peggio per Ron Rash - nell'attesa spasmodica che il prezzo si abbassi o si decidano a farlo uscire in paperback, ho quindi optato prima per il suo romanzo di debutto: Wild Awake
E il bello di questa edizione è che, con mia grande sorpresa, ci ho trovato dentro le prime dieci pagine dell'altro suo romanzo che bramo con tutta me stessa. 


Titolo: Wild Awake
Autrice: Hilary T. Smith
Data di uscita: 19 maggio 2015
Data di uscita originale: 28 maggio 2013
Pagine: 375 (copertina flessibile)
Editore: Katherine Tegen Books

Trama [tradotta da me]: Cose che speri ardentemente accadranno mentre i tuoi genitori sono via in vacanza: 

1. Ti ricorderai di dare l'acqua alle azalee. 
2. Trascriverai i messaggi telefonici in maniera dettagliata e accurata. 
3. Chiamerai Denny, tuo fratello maggiore, se anche la minima cosa dovesse andare storta. 
4. Ma davvero, la minima cosa - se senti un rumore. Se ti sbucci un ginocchio. 
5. Tu e il tuo migliore amico/membro della band Lukas vincerete la Battaglia delle Band. 
6. Nell'entusiasmo della vittoria, Lukas finalmente si renderà conto che sei la ragazza dei suoi sogni. 

Cose che accadono in realtà: 
1. Un estraneo chiama dicendo che conosceva tua sorella. 
2. Dice di avere le sue cose. 
3. Quali cose? Le sue cose. 
4. Gli dici che i tuoi genitori non saranno in grado di - 
5. Sukey è morta cinque anni fa; non può lui - 
6. Prendi una penna. 
7. Scrivi l'indirizzo. 
8. Inforchi la bicicletta e vai. 
9. Le cose... diventano un po' folli da quel momento in poi.*

*Inoltre, ti innamori, ma non di Lukas. 


Sembra facile, vero? E divertente e avventuroso e leggero
Sembra, ma non lo è. 

È estate e Kiri Byrd ha diciassette anni. 
I suoi genitori sono andati in crociera, una meritata vacanza che programmavano da tempo per i loro 25 anni di matrimonio. Suo fratello Denny ha deciso di restare all'università a fare test in laboratorio. Kiri ha tante cose da fare: oltre ad occuparsi della casa e prendere le telefonate, ha le prove con Lukas e le cene con la sua famiglia - e con sua madre Petra che teme possa battere la testa scivolando nella doccia e come si fa a lasciare una diciassettenne a casa da sola per settimanee un rigido programma stilato di prove al pianoforte in attesa della sua importante esibizione a metà luglio. 

E una sera, tornata a casa, riceve una strana telefonata. 
Una telefonata da parte di un uomo con una voce rauca che dice di avere le cose di sua sorella Sukey, morta cinque anni fa in un incidente. 
O almeno così le hanno detto i suoi genitori. 
Ed è un attimo, Kiri si mette in sella alla bici e ben presto - spaventata, ma decisa ad andare avanti - si trova nella parte più pericolosa della città. E fora una gomma. E un ragazzo, fuori da un locale, si offre di ripargliela perché ne ha una di scorta a casa sua poco lontano da lì. E lei non ha trovato la persona che stava cercando e tornare a casa a piedi è troppo lunga, quindi perché no? 

Onestamente io sarei scappata a gambe levate. Kiri invece no, e per fortuna Skunk si dimostra un ragazzo di una statura impressionante ma poco dedito alle chiacchiere e gentile. A Kiri è andata di lusso, diciamoci la verità. 
Ma non riesce a togliersi dalla testa quella telefonata e la notte passa insonne mentre noi conosciamo Sukey attraverso i ricordi di Kiri. 

Sukey che era un'artista, Sukey che era stata cacciata di casa dai loro genitori perché aveva qualche problema ed era eccentrica, Sukey che dipingeva, Sukey che era bella e aveva tanti amici artisti, Sukey che aveva trovato un posto e ne aveva fatto il suo studio. Sukey che stava lavorando ad un grande progetto. Sukey che è morta a ventun'anni quando Kiri ne aveva dodici, lasciandola senza il suo mito e senza il suo punto di riferimento. 

E il giorno dopo, di nuovo in sella alla bici, Kiri va in cerca di Doug e di quello che resta di sua sorella. E quello che troverà sarà molto di più di quanto fosse pronta a sopportare. 

Non posso dire di più perché rischio di fare spoiler e onestamente alla fine non si scopre neanche esattamente cos'abbia Kiri, ma da quel momento in poi - dalla scoperta di quello che è successo davvero a Sukey attraverso le parole di Doug - è un lento e inesorabile viaggio nella follia e nella testa di Kiri. 
Perché Kiri smette di dormire, magari a volte fuma troppa erba, suona ossessivamente il piano per una settimana dimenticando di mangiare o ritirare la posta o di rispondere al telefono, ha dei comportamenti stravaganti. 
E in tutto questo, in tutto questo caos e lucidità e iperattività e pensieri che sbattono da una parte all'altra della sua mente come tanti uccellini in una gabbia troppo stretta, Skunk è l'unico con cui riesce ad instaurare un rapporto. 
E Doug, per quanto possa essere strano - con quest'uomo vecchio e alcolizzato che voleva davvero bene a Sukey nel tempo in cui hanno vissuto all'Imperial Hotel in mezzo a tutto il degrado che mai Kiri si sarebbe immaginata sua sorella si trovasse. 
Cosa facevano i suoi genitori in tutto questo? Perché non l'hanno aiutata? Perché hanno rifiutato le sue cose quando Doug aveva telefonato le due volte precedenti? 

È una lenta ma inesorabile discesa nella mente di Kiri, una partita a tennis tra un pensiero e l'altro che poi cambia bruscamente ritmo e direzione. È una lenta ma inesorabile confusione tra giorno e notte, tra lucida ossessione e anestetizzata apatia. 
È perfettamente percepibile da parte del lettore che qualcosa non va in Kiri - così come poi si scopre che anche Skunk ha avuto (e ha ancora) dei problemi - ma non si scopre mai con esattezza cosa sia, si fanno solo ipotesi. 
O magari non c'è nulla che non va e questa è solo una fase, una tempesta emotiva in seguito allo shock di sapere che i tuoi genitori hanno mentito e che tua sorella non è morta nel modo in cui credevi. 

Non è un libro leggero, proprio per niente. 
Per alcuni aspetti mi ha ricordato Fall for Anything di Courtney Summers e per altri mi ha ricordato Una sfida come te di Katie McGarry. 
Mi ha ricordato il libro della Summers nel modo in cui Kiri, come Eddie, è alla ricerca di questa persona perduta - ma mentre Eddie tenta di ricostruire l'ultima settimana del padre prima che questo si togliesse la vita, Kiri sente Sukey sempre con lei e la celebra indossando le sue scarpe e cercando di sentirsi come lei, artista e libera. E intanto scopre e conosce meglio se stessa e tutto quello che prima non riusciva a vedere.
Mi ha ricordato il libro della McGarry nel modo in cui Kiri si è messa sulle spalle l'umore della famiglia - ma mentre Rachel era stata messa al mondo per sostituire la sorella morta in tutto e per tutto, Kiri sente la responsabilità di chiacchierare e diventare protagonista quando nessuno parla e le porte vengono sbattute in seguito alla morte di Sukey. 

Ho odiato i genitori di Kiri. 
Li vediamo solo attraverso i ricordi degli anni in cui Sukey era viva e le sporadiche telefonate dalla nave da crociera, ma li ho odiati. 
Non sono moralisti nel senso classico del termine, ma sicuramente il padre è uno di quelli alla "devi vivere come te lo dico io". Anche Sukey aveva dei problemi e noi vediamo i genitori solo dagli occhi di Kiri, ma sembra che per loro l'unico modo di aiutare la figlia fosse quello di buttarla fuori di casa e cacciarla subito via anche in occasione del compleanno di Kiri. Sukey è diventata un argomento tabù e quando all'inizio Kiri prova a parlare di Doug e della telefonata, sua madre non fa che parlarle sopra e raccontarle di quello che stanno facendo e cos'hanno visto durante la crociera. 

Anche il fratello Denny non l'ho odiato di meno. 
Non ha fatto in tempo a mettere piede in casa che era già lì ad urlare addosso a Kiri e a darle della pazza. Ora, è chiaro che Kiri ha un comportamento anomalo, ma proprio perché si vede che non si comporta come al solito, non ti fai due domande a riguardo? 
E tutti trattano la scoperta di Kiri sulla morte di Sukey come un "ah, era ora che ci arrivassi e sì, ti abbiamo mentito, e allora?" 
Proprio perché Kiri era instabile nei suoi comportamenti, Denny avrebbe dovuto comportarsi in maniera diversa e vedere il turbamento e lo shock. 
E invece è il festival del "Kiri è uscita di testa come Sukey e si fa di qualche droga" - il che non è lontano dalla verità, ma il punto non è questo. 

Non parliamo di Lukas, un ragazzo senza spina dorsale che non sa nemmeno spegnere il segnalatore di fumo e che mentre Kiri sta per cadere giù dalle scale dopo la Battaglia delle Band trasportando il suo sintentizzatore e l'amplificatore, lui resta lì come un pesce lesso e quando Kiri glielo fa notare, Lukas risponde che sta già portando le bacchette della batteria e il maglione. Il maglione. Signore, dammi la forza di non dargli una spinta e farlo rotolare giù dalle scale.

È un libro difficile, con una protagonista che ti trascina giù con sé e con la sua defunta sorella e il suo ragazzo in un tornado di pensieri, colori, musica, giri notturni in bicicletta, paranoia, cibo mangiato ad orari strani e teiere di tè che sembrano non esaurirsi mai, quartieri fino a quel momento sconosciuti, insonnia e ipervigilanza e possibili allucinazioni e tu non puoi fare altro che tenerti stretto durante questa corsa. Forse è solo una fase, forse è qualcosa di più serio che richiederà psicoterapia e farmaci - non si sa. 
Non lo sa Kiri e non lo sappiamo noi, visto che la lasciamo all'alba di un giorno che non si sa cosa porterà con sé. 

Forse tutti gli artisti sono un po' pazzi. 

"It's amazing how well you can get to konow a person if you actually pay attention. People are like cities: we all have alleys and gardens and secret rooftops and places where daisies sprout between the sidewalk cracks, but most of the time all we let each other see is a postcard glimpse of a floodlit statue or a skyline. Love lets you find those hidden places in another person, even the ones they didn't know were there, even the ones they wouldn't have thought to call beautiful themselves."