lunedì 30 ottobre 2017

What's on my bedside table? #30 | "Every Last Promise" di Kristin Halbrook

Ultimo appuntamento di ottobre con questa rubrica e mentre scrivo il post sono preda di un'ondata di nostalgia e tristezza mentre ascolto i Linkin Park, ancora commossa per il concerto di venerdì scorso organizzato per onorare Chester Bennington. 

Ma passiamo al libro prima che io mi sciolga in lacrime.  
 

What's on my bedside table? è una rubrica ideata da Valy di Sparkle from books, in cui, nel giorno di lunedì, vi viene mostrato quale libro si trova sul mio comodino e come mai.


SUL MIO COMODINO C’È...
"Every Last Promise" di Kristin Halbrook
Ed è proprio uno dei quei tipici libri che sono solita e amo leggere.


SONO A... 
Pagina 90. L'ho iniziato sabato sera, ma poi ieri l'ho dovuto accantonare causa giornata frenetica - notte completamente insonne, viaggio in città perché mi serve una nuova libreria, pisolino pomeridiano. Contavo di finirlo nel giro poco e di postare la recensione domani, ma sono molto lontana dal traguardo - se anche lo finissi in tempo per il nuovo WWW, di certo la recensione non arriverebbe prima di mercoledì. Ma in fondo non c'è fretta. 


È SUL MIO COMODINO PERCHÉ... 
... sebbene nella trama i dettagli non fossero chiari - altrimenti che gusto ci sarebbe? - inconsciamente o meno, ho scelto esattamente un libro che presenta le caratterische che amo trovare nei libri. Partendo proprio dalla sua controversa protagonista.

sabato 28 ottobre 2017

[Recensione] "Exit, Pursued by a Bear" di E.K. Johnston

Come forse saprete già se avete letto la mia risposta ad un commento dell'ultimo WWW Wednesday oppure se siete andati ad informarvi sul libro dopo averne visto copertina e titolo, questo romanzo parla di stupro.


Titolo: Exit, Pursued by a Bear
Autrice: E.K. Johnston
Data di uscita: 2 maggio 2017
Data di uscita originale: 15 marzo 2016
Pagine: 256 (copertina flessibile)
Editore: Speak

Trama [tradotta da me]: Hermione Winters è il capitano della sua squadra di cheerleading e nella piccola Palermo Heights non vuol dire quello che tu pensi. Alla PHHS le cheerleaders non tifano per le squadre sportive: sono loro la squadra sportiva - l'orgoglio e la gioia della piccola cittadina. Il campo estivo di allenamento della squadra sarà l'ultimo di Hermione e lei sa che questa stagione può fare di lei una leggenda. Ma durante una festa al campo qualcuno fa scivolare qualcosa nel suo drink. E tutto diventa nero.
In ogni classe ci sono una star cheerleader e una reietta ragazza incinta. Non dovrebbero mai essere la stessa persona. Hermione lotta per recuperare il controllo che ha sempre avuto e si trova davanti ad una lancinante decisione da prendere. L'aggressione non è stata l'inizio della storia di Hermione Winters e lei non permetterà che sia la fine. Lei non sarà la storia d'avvertimento di nessuno.


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Ho scoperto questo romanzo perché risultava tra i suggerimenti sulla pagina di All the Rage di Courtney Summers e perché una delle blogger inglesi che seguo assiduamente su Goodreads l'aveva recensito. 
Inoltre Bring It On - altrimenti chiamato Ragazze nel pallone - è uno dei miei film preferiti e non potevo proprio resistere al richiamo del cheerleading.

Dopo un breve prologo - che poi scopriremo collocarsi quasi a metà della storia vera e propria - torniamo indietro alle ultime due settimane estive prima dell'inizio dell'ultimo anno di superiori. 
Palermo, in Ontario, non è un paese tanto grande e la popolazione studentesca non è così variegata da avere tante squadre sportive - motivo per il quale l'unica squadra ufficiale della scuola sono le cheerleaders. 

Ed è tutta la vita che Hermione si prepara per questo momento. 
I reclutamenti iniziano fin dalle elementari e nemmeno dopo duri allenamenti qualcuno entra in squadra prima del secondo anno di liceo, ma Hermione e la sua migliore amica Polly erano riuscite ad entrare già uscite dalle scuole medie - Hermione perché ama davvero il cheerleading e Polly perché ama vincere. 
Oggi sono co-capitane della squadra e non hanno intenzione di affrontare il loro ultimo anno senza l'obiettivo di vincere i campionati nazionali, motivo per il quale il campo estivo è l'occasione per un po' di allenamento extra. 
L'obiettivo è anche quello di porre fine alle due maledizioni della Palermo Heights: ogni anno un grado scolare perde qualcuno perché ucciso da un guidatore ubriaco e una ragazza rimane incinta. La classe di Hermione ha già perso Clara quando erano solo ragazzini, ma non permetterà che l'altra parte di maledizione si avveri.

Al campo però non c'è solo la loro scuola e questa è anche l'occasione per studiare i rivali ed esercitarsi con compagni di squadra diversi dai soliti. 
Fare amicizia non è tra gli obiettivi di Hermione, ma troverà in Amy - il capitano della St. Ignatius e sua compagna di stanza - una valida alleata. 
E tutto fila liscio tra allenamenti e risate per due settimane fino alle festa finale del venerdì, quando ballando Hermione beve da un bicchiere che qualcuno le ha offerto e improvvisamente si sente così tanto stanca da non riuscire a restare sveglia. 
E poi è il buio. 

Al suo risveglio in ospedale, Hermione capirà anche senza ricordare cosa è successo e inizierà la vera sfida - quella che non aveva mai preso in considerazione. 


Citando la recensione della blogger inglese che seguo su Goodreads, di norma i romanzi di questo genere vanno in due direzioni: la vittima va in pezzi dopo l'aggressione oppure cerca di risolvere il mistero dell'identità del suo stupratore. 
Questo romanzo non è nessuna delle due cose. 

Personalmente non ho letto tanti sull'argomento, però li ho in wishlist.
Ho letto libri in cui c'è la tentata aggressione e ho letto libri in cui alla protagonista capita di assistere ad uno stupro, restando impotente su cosa fare. 
L'unico libro che ho letto in merito è All the Rage di Courtney Summers in cui, sebbene ubriaca, Romy ricorda l'aggressione e sì, va in pezzi, ma si cotruisce un'armatura per difendersi dalla città e da coloro che la circondano. 
E per quanto riguarda il non ricordare l'aggressione e il cercare di trovare il colpevole, ho letto Gli occhi neri di Susan di Julia Heaberlin - ma lì si trattava di tentato omicidio. 

Perché ho scritto che questo romanzo non è nessuna delle due cose? 
Hermione non va in pezzi - non esattamente. È sì confusa, triste e arrabbiata perché sa cos'è successo, ma il fatto di essere stata drogata e di non ricordare assolutamente nulla crea una sorta di dissociazione che le fa vivere la cosa come se l'aggressione fosse accaduta ad una persona molto vicina lei - non a se stessa. Sa che prima o poi avrà un crollo, ma al momento questo è il suo modo di reagire - e va bene, non c'è un modo giusto o sbagliato di farlo.
Quando poi le prove sul suo corpo e il successivo materiale genetico non saranno sufficienti per portare all'identità dell'aggressore, Hermione scende a patti con il fatto che non forse non ricorderà e non scoprirà mai chi è stato - affrontando comunque il terrore che questo comporta. 

È un libro sulla forza. Hermione non ricorda, è vero - quindi potrebbe essere stato anche uno dei suoi compagni di squadra. Però Hermione decide di riprendersi la vita, il potere e la scelta che le sono stati tolti e di far tornare la sua vita sui binari giusti e l'obiettivo è sempre vincere i campionati nazionali. 
Hermione non molla. Perché mollare significherebbe darla vinta al suo stupratore. 

Hermione non reagisce come ci si aspetterebbe da una vittima di stupro, forse per la forza del suo carattere o forse perché non ricorda che sia avvenuto. 
Sa di essere cambiata, sa di non essere quella di prima, sa che la normalità non è più possibile - però una normalità lei la rivuole. Vede che in seguito alla sua aggressione anche coloro che la circondano sono cambiati, ma chiede ai genitori di comportarsi da genitori e scopre che farsi toccare dai suoi compagni di squadra quando si allenano non le fa venire voglia di nascondersi in un angolo - che quindi è ancora possibile essere una ragazza reale e non un oggetto che è stato lasciato a mollo nel lago. 
In un piccolo paese che mormora, lei non vuole essere l'esempio di nessuno. 

Romy Grey di All the Rage indossava il suo smalto e il suo rossetto rosso come un'armatura e in un certo senso anche l'uniforme di cheerleader è una sorta di armatura per Hermione - potrà anche sembrare un filo arrogante quando dice il cheerleading è quello che ama e che la gente la ama per quello che fa e per quanto è brava a farlo, ma la sua è solo la consapevolezza di chi conosce le proprie capacità in un paese dove tutti si conoscono e il cheerleading viene visto come un vero sport. 

Non mancano certo giornalisti inopportuni, pettegolezzi in corridoio, persone che credono sia stata colpa sua e che se la sia andata a cercare, persone che quasi pretendono che si scusi per essere stata stuprata. 
Quello che mancava a Romy è però il sostegno che circonda Hermione: genitori, una migliore amica che è come una leonessa inferocita quando Hermione viene attaccata, la sua squadra, l'allenatrice, il suo terapista, l'agente di polizia che si occupa del suo caso - persino il prete. 
In un'altra recensione ho letto che è quasi tutto troppo perfetto, ma io non sono d'accordo. Perché non può esistere anche solo un caso in cui la vittima non viene lasciata sola e non viene colpevolizzata? 

Narrato in prima persona dalla stessa Hermione, diviso in quattro atti e scritto con una delicatezza eccezionale, Exit, Pursued by a Bear è un romanzo che parla di forza, sostegno, comprensione, riscatto e scelte difficili. 
Ed è soprattutto il potere di riprendersi la scelta a contare più di tutti: Hermione andrà avanti con la vita che aveva programmato prima di subire l'aggressione e non lascerà che sia questa a scombinarle i piani. È successo, lo sa, e ci sarà sempre qualcosa che farà scattare un allarme dentro di lei e le farà quasi venire un attacco di panico, ma non lascerà che le condizioni il futuro. 
Soprattutto non lascerà che sia quello a definirla, non si lascerà indicare come "la ragazza che è stata stuprata" perché lei è molto più di quello. 


mercoledì 25 ottobre 2017

WWW.. Wednesday! #72

Ultimo mercoledì di ottobre e credo proprio che farò in tempo a leggere solo un altro libro prima di chiudere il mese. 
Quindi credo proprio che, sebbene vada contro la mia "politica", mercoledì prossimo avrete in mattinata il recap e nel pomeriggio il primo appuntamento di novembre con questa rubrica. 
E quando vedrete il time wasted dei telefilm, credo proprio che vi cadrà la mascella - ma io non intendo assumermi nessuna responsabilità. 

Ma bando alle ciance e proseguiamo.



WWW Wednesday è una rubrica settimanale ideata da Should be Reading in cui vi mostro le mie letture passate, presenti e future.



What did you just finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)


Ho letto La fine della solitudine di Benedict Wells - e anche in meno di tempo di quanto mi sarei aspettata viste le premesse iniziali: del tipo che l'ho iniziato giovedì o venerdì e un giorno non ho neppure aperto il libro e via discorrendo. 
In realtà l'ho letto benissimo e mi è piaciuto tantissimo, ma non è una lettura che consiglio a chiunque: è un romanzo cupo e triste e per niente adatto a voi se siete in vena di storie d'amore oppure di leggerezza. Perché la storia d'amore c'è, ma non come potreste immaginare voi - c'è di più a fare da contorno e il protagonista introspettivo, riflessivo e spesso apatico non tutti lo digeriscono. A parte la sottoscritta. 
Recensione QUI



What are you currently reading? (Che cosa stai leggendo in questo momento?)


Avrei dovuto iniziare ieri Exit, Pursued by a Bear di E.K. Johnston, ma tra i telefilm che dovevo recuperare visto che lunedì sera sono uscita a cena con le amiche e la visione di It al cinema, ho aperto il libro solo per postare l'incipit tra un episodio e l'altro. 
Quello lo potete leggere QUI



What do you think you'll read next? (Che cosa pensi di leggere dopo?)


In programma ho sempre Every Last Promise di Kristin Halbrook - inedito in Italia. 
E tanto per restare in tema di inediti, leggerò The Upside of Unrequited di Becky Albertalli - già autrice di Non so chi sei, ma io sono qui (recensione). 

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E siamo giunti alla fine di questo post. 
Come al solito vi invito a scrivermi nei commenti com'è andata la vostra settimana di letture oppure a lasciarmi il link dei vostri post - non mancherò di passare! 
Nel frattempo io vado a tuffarmi tra le pagine del libro. 
Cheers! :)

martedì 24 ottobre 2017

Chi ben comincia... #8 | "Exit, Pursued by a Bear" di E.K. Johnston

Sono passati ben quattro mesi dall'ultima volta che questa rubrica ha fatto la sua apparizione qui sul blog e oggi torna con il libro che dovrei cominciare ma che, ahem, sta in attesa mentre smaltisco montagne di episodi di telefilm. 

Ah, e stavolta l'incipit è tradotto dalla sottoscritta.  

Chi ben comincia... è una rubrica ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri. Ad ogni appuntamento viene presentato l'incipit di un libro - già letto, in lettura o da leggere - in modo da aiutarci a capire se il libro merita la nostra attenzione.

1.Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
2. Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
3. Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato
4.Aspettate i commenti



Comincio a correre dopo la scuola. Di solito faccio abbastanza esercizio tra gli allenamenti ed educazione fisica che non me ne serve altro, ma questa settimana mi sento come se dovessi esplodere se solo resto ferma. Così corro. Corro su e giù per le strade di Palermo, guardando le case e le foglie colorate sugli alberi e cercando di trattenere la sensazione che il mio corpo sia solo mio e senza limiti. Corro lungo le strade di campagna, la ghiaia che scricchiola sotto i miei piedi - fino a quando l'odore di pino mi dà la nausea e torno indietro nella sicurezza dei marciapiedi di cemento. Corro e corro, e quando finalmente mi addormento la notte, sono abbastanza stanca da non ricordare i miei sogni.

(E.K. Johnston - Exit, Pursued by a Bear)

lunedì 23 ottobre 2017

[Recensione] "La fine della solitudine" di Benedict Wells

Per descrivervi quanto mi abbia coinvolta questo romanzo, basta dire che ho pianto ininterrottamente per tutte le sue ultime cinquanta pagine?


Titolo: La fine della solitudine
Titolo originale: Vom Ende Der Einsamkeit
Autore: Benedict Wells
Data di uscita: 8 giugno 2017
Data di uscita originale: febbraio 2016
Pagine: 312 (copertina rigida)
Editore: Salani

Trama: Jules sa di essere un custode di ricordi, come dice Alva, ma questa non è solo la sua storia. È la storia di tre fratelli, Jules, Liz e Marty, che da piccoli perdono i loro genitori in un incidente e sono costretti a vivere separati e senza famiglia, estranei l'uno all'altro. Marty si butterà a capofitto negli studi, Jules sfuggirà alla vita diventando un introverso mentre Liz si brucerà alla sua fiamma, vivendo senza limiti. La loro infanzia difficile sarà come un nemico invisibile, da cui impareranno a difendersi. Più di ogni altra, questa è la storia di Jules e Alva. Due solitudini che si incrociano, si cercano e si mancano, inquiete, per anni. Jules e Alva sono incapaci di riconoscere quel che provano l'uno per l'altra, legati come sono dal bisogno di amicizia, con il loro perdersi, ritrovarsi e salvarsi. Ma questa è soprattutto la storia di chi, come Jules, serba i propri ricordi insieme a tutte le alternative che non ha scelto, pur sfiorandole e sperimentandole attraverso la letteratura e la musica. Dalla voce di un giovane e già osannato talento della narrativa tedesca, un grande romanzo sulla magia della scrittura che salva dal male.


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Jules è il più piccolo di tre fratelli, nati a Monaco da genitori francesi. 
E proprio in Francia tornano alla fine di ogni estate, dalla nonna paterna, e osservano come questo cambi sostanzialmente qualcosa nello sguardo del padre. 

Liz, la sorella maggiore, e Jules sono i più affiatati e spesso si coalizzano contro Marty, il fratello di mezzo, perché già un po' strambo
I genitori sono visti come degli eroi, ma solamente più avanti Jules ricorderà in loro anche momenti oscuri - difetti, se così vogliamo dire - che un bambino di dieci anni poteva solo registrare ma non riconoscere. 

E la loro vita cambia quando perdono i genitori a causa di un incidente stradale e vengono messi in collegio. Separati a causa dell'età e del diverso grado scolare, i tre fratelli si vedranno raramente e diventeranno quasi come estranei. 
Jules, da bambino privo di paure e audace, diventa insicuro e oggetto di sberleffi, trovando in Alva - una bambina misteriosa che terrà i suoi segreti per sé per molto tempo - l'unico appiglio in una vita che non riconosce più come sua. 
Trovando in lei un amore che faticherà a riconoscere come tale per molti e molti anni a venire. 

Questo è un romanzo molto introspettivo, non adatto a tutti. 
In queste pagine sono racchiusi quarant'anni di ricordi in cui Jules riflette sul tempo sprecato, sulle scelte che ha preso, sulla strada che ha preso al bivio e sulla vita che in realtà avrebbe dovuto avere. 
Lui è un sognatore, vive nel presente ma in maniera apatica e intanto immagina come sarebbe l'altra sua vita, quella in cui i suoi genitori sono ancora vivi. 

È la storia di come lo stesso evento abbia condizionato tre vite in maniere completamente diverse: Jules si è chiuso in se stesso, espiando i sensi di colpa per quell'ultimo litigio con il padre dedicandosi alla fotografia e riversando tutti i suoi sentimenti nella scrittura; Marty ha fatto dell'assoluto controllo uno stile di vita, concentrandosi sulla carriera e sulle cose materiali - tangibili; Liz è finita allo sbando, con troppi uomini e troppe droghe. 
Ci vorranno anni perché i fratelli si ritrovino e perché, sebbene diametralmente opposti, Jules trovi in Marty il fratello di cui forse ha più bisogno perché Liz è troppo sensibile e quando viene sopraffatta dagli eventi si dà alla fuga. 

È la storia di un'amicizia che diventa amore, di tempo forse sprecato per orgoglio e paura di aprirsi ed essere feriti, ma che ci lascia con una domanda importante: meglio pochi anni insieme piuttosto che un'intera vita senza? 

Jules vive tutte le vite possibili attraverso la musica, la scrittura e la sua immaginazione prima di rendersi conto che l'unica vita giusta - nonostante i calci e quelle che sembrano maledizioni quando la storia sembra ripetersi - è quella che sta vivendo. E che ogni attimo è importante. 

Questo romanzo mi ha fatto piangere valli di lacrime, con il suo stile quasi poetico ma semplice ed essenziale. 
Tuttavia non ritengo che sia adatto a tutti: è un romanzo triste e cupo, con un protagonista che risulta apatico per la maggior parte del tempo e che si lascia scivolare addosso la vita, conscio delle sue paure e di come questo lo faccia assomigliare a suo padre. Alva resta sempre un po' misteriosa, fino alla fine: una figura femminile che non svela mai i suoi segreti, non del tutto - nemmeno a Jules. 

Eppure mi è piaciuto - forse perché con Jules ho fin troppe cose in comune. 

"Che cosa fa sì che una vita diventi quella che è?"

sabato 21 ottobre 2017

[Tag] Le cose che piacciono a me

Avrei mille e quaranta booktag da fare, ma oggi ho scelto una variazione sul tema - oggi sarà un tag un po' più chiacchiericcio, un po' come quello che avevo fatto sul cinema.
Non è detto che qualcosa a tema libroso non entri a far parte delle risposte, ma diciamo che cercherò di farlo un po' più personale nel caso siate curiosi di saperne un po' più su colei che sta dietro a questo blog. 

Ah, per amore di precisione il tag l'ho trovato sul blog Il libro sulla finestra
In 26 punti, ognuno dei quali corrispondenti ad una lettera dell'alfabeto, elencherò 26 cose che mi piacciono. 



A - Autunno
Una volta amavo la primavera e l'estate, ma da un paio d'anni a questa parte preferisco l'autunno: il colore delle foglie che cambia, l'odore dell'aria, le castagne e tanti ricordi che mi vengono in mente di sbiciclettate con indosso la felpa alla luce del tramonto.

B - Batman
Io già a cinque anni amavo Batman - e non sto scherzando. Quindi capite bene che per me la scelta di Ben "non ho espressività facciale" Affleck nel ruolo del pipistrello mascherato è stata una scelta infelice. Ma visto che Batman è della DC, per non fare un dispetto alla Marvel - sempre con la B - proclamo il mio amore per Bucky Barnes.

C - Cinema
Una volta, per concomitanza di film che mi interessavano, sono stata capace di andare al cinema tre volte in una settimana. Morale? Sono talmente di casa nel cinema che frequento che sanno esattattamente qual è il mio posto preferito in sala.

D - Dadi
Non intendo il gioco al casinò, ma proprio i dadi in senso letterale. Mi sono sempre piaciuti un sacco e ne conservo ancora due di un libro-gioco che mi era stato regalato da piccola. I miei preferiti in realtà sono quelli appesi al mio portachiavi, uno giallo e uno verde - me li aveva regalati mio nonno.

E - English
La mia lingua straniera preferita e come vorrei saperla parlare perfettamente!

F - Fanfictions
Non importa il fandom con il quale sono fissata al momento, io ho bisogno della mia dose quotidiana di fanfictions - specialmente di quelle riguardano la mia ship preferita. Difficilmente riesco a leggerne però di quelle tratte dai libri - preferisco leggere quelle tratte dalle serie televisive.

G - Gatti
Il gatto è il mio animale preferito, ho sempre avuto tanti gatti randagi in giardino abitando in campagna e ho sempre amato questi felini - in particolare quelli rossi, ma non discrimino. Le iniziali dei miei adorati Lancillotto e Cico sono finite tatuate sul mio polso e ora c'è la mia piccola Alaska a farmi compagnia.

H - Harry Potter
Harry Potter sarà per me sempre sinonimo famiglia (insieme a Star Wars), qualcosa che ha sempre unito me e i miei genitori che non ci perdevamo un film al cinema e che, prima ancora, ci litigavamo i libri per vedere chi avrebbe letto quello nuovo per primo.

I - Instagram
Come social network mi piace molto, anche se non aggiorno il mio profilo da una vita perché l'app per Windows Phone fa pena. Comunque adoro poi andare a vedere i suggerimenti sulla base delle foto a cui metto un like.

J - Jensen Ackles
Quanto io adori Jensen Ackles non ne avete idea. Lui è uno dei miei attori preferiti e ne ho visti davvero pochi con una mimica facciale paragonabile alla sua.

K - Key Ryan
Sì, ho iniziato dal cognome, ma non potevo fare altro. Ryan Key è/era il cantante degli Yellowcard e non c'è cosa che ami di più della sua voce - è capace di farmi venire la pelle d'oca anche con quaranta gradi all'ombra.

L - Lamponi & Limone
Qualunque cosa a questi due gusti - dai biscotti al gelato e all'abbinamento con la cioccolata - diventa automaticamente la mia preferita.

M - Musica
A qualsiasi ora del giorno o della notte, principalmente rock ma anche country oppure elettronica, per parecchi anni è stata l'unico pilastro della mia vita.

N - Nuvole
Tra le cose che mi rilassano di più c'è lo stare sdraiata sul mio letto e guardare fuori dalla finestra. E non importa che le nuvole siano di quelle bianche e soffici o di quelle che scure e pesanti che minacciano pioggia: a me piace osservarle e non pensare a niente.

O - Oreo
Non sono mai stata una patita di biscotti, ma gli Oreo! Cosa non sono gli Oreo? Ancora mi mangio le mani se ripenso alla scatola di latta a forma di Oreo che ho dovuto lasciare al duty-free dell'aeroporto di Stansted in Inghilterra due anni fa perché non mi stava né in valigia né in borsa.

P - Puzzle Bubble
Una volta che inizio a giocare, sono capace di non smettere per ore. Quindi, se ogni tanto mi viene voglia di fare una partita, me lo impedisco a prescindere altrimenti mi devono staccare a forza. Quando poi non riesco a superare un livello e mi incarognisco finché non ce la faccio è la fine.

Q - Quadro [sì, al singolare, uno in particolare]
Non sono mai stata un'intenditrice d'arte e non so neanche disegnare un albero manco ne andasse della mia vita. Però in quarta liceo la nostra professoressa ci ha portate a vedere una mostra di quadri sul simbolismo e io sono rimasta letteralmente folgorata da La finestra di Louis Welden Hawkins. Non so cosa ci sia di particolare in quel quadro, ma resterei a fissarlo per ore con questa sorta di malinconia/nostalgia/bisogno di riflessione nello stomaco.

R - Rosso
Il rosso è il mio colore preferito: se aprite l'armadio vedrete un tripudio di rosso. Ho un paio di scarpe con il tacco rosse, un paio di pantaloni rossi, una pochette rossa, due borse rosse, due sciarpe rosse, due berretti invernali rossi, rossetti rossi a non finire, la trapunta invernale rossa, il CAPPOTTO rosso. Sono una perfetta Cappuccetto Rosso.

S - Serie televisive
La vedete la lista nei vari recap mensili, quindi sapete quante ne guardo e quanto ne sono dipendente. Secondo mia madre anche troppo.

T - Tulipani
Sono i miei fiori preferiti, tanto che alla mia laurea non ho voluto rose o altro ma ho preteso dei mazzi di tulipani.

U - Uramaki
Da più di un anno sono un'appassionata di cibo giapponese, tanto che io e le mie amiche ogni volta usciamo dal ristorante rotolando.

V - Virgin Radio
Non sono solita ascoltare la radio perché io ho sempre le mie playlist e le mie canzoni preferite da ascoltare - che sia a casa oppure in macchina. Però Virgin Radio è l'unica radio che, quando capita, ascolto davvero volentieri perché offre tutta la musica rock che piace a me.

W - Wafer
Avete mai messo i wafer nella coppetta del gelato? Io sì, in estate è una cosa che adoro quando mangio il gelato a casa. Mi sono sempre piaciuti quelli alla nocciola sin da quando ero piccola, ma poi in questi due anni li ho scoperti anche al lampone e al limone - vedi lettera L - e ciao proprio.

X - X-Men
Come già scritto sopra, il mio amore per i supereroi è partito da Batman della DC. Gli X-Men però sono coloro che mi hanno introdotta nell'universo Marvel.

Y - Yellowcard
Ormai lo sanno anche i muri, questa band - e sì, anche se si sono sciolti, per me sono ancora una band, anzi: LA band - la amo con tutta me stessa, è la mia preferita. Le loro canzoni hanno sempre significato tanto sin da quando avevo 15 anni, sebbene avrei capito la loro importanza solo nel 2011 con l'album When You're Through Thinking, Say Yes. Quello è stato l'album dell'illuminazione e per me sono così importanti che mi sono persino tatuata il loro logo all'altezza delle costole.

Z - Zenzero
Non sono mai stata un'amante del tè classico - e preferisco sempre e comunque il caffè. Però mi piacciono quelli un po' strani e tra quelli che bevo in inverno ce ne sono che amo particolarmente: arancia e zenzero e limone e zenzero. Lo zenzero mi piace molto, aggiunge quel piccantino e speziato che non mi fa digrignare i denti come mi succede quando mi tocca bere tè normale.

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Consideratevi tutti taggati! :)
Ah, e magari ditemi anche se abbiamo qualcosa in comune! 

mercoledì 18 ottobre 2017

WWW.. Wednesday! #71

Questo è un mercoledì speciale - non solo perché si tratta di una di quelle rare volte in cui ho due libri nel WWW Past, ma soprattutto perché è il compleanno di mia madre. 
 
Il che mi ricorda che mi sta facendo pressing perché io legga uno dei libri che poi vuole leggere anche lei e io invece continuo a dedicarmi alle letture in lingua. 
Ops.



WWW Wednesday è una rubrica settimanale ideata da Should be Reading in cui vi mostro le mie letture passate, presenti e future.



What did you just finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)


Ho concluso per primo Alice, punto e a capo di Carol Marinelli, una lettura che mi è piaciuta tantissimo e che mi ha profondamente emozionata. Va da sé che quindi lo consiglio come se non ci fosse un domani - e non lo dico solo perché la protagonista si chiama come me. Recensione QUI
Ho poi terminato ieri London Belongs to Us di Sarra Manning, uno Young Adult leggero e frizzante - e soprattutto una vera dichiarazione d'amore a Londra. Ho riso ed è stato un po' come rivedere posti di Londra che avevo visto due anni fa e visitarne di nuovi. Se leggete in lingua e non vi fate scoraggiare da parole e modi di dire molto British, anche questo è consigliato. Recensione QUI



What are you currently reading? (Che cosa stai leggendo in questo momento?)


È ormai un classico di molti dei miei mercoledì, ma siccome giusto qualche riga sopra vi ho scritto che ieri ho terminato un libro, mi sembra chiaro che La fine della solitudine di Benedict Wells lo debba ancora iniziare. Presumibilmente oggi. 



What do you think you'll read next? (Che cosa pensi di leggere dopo?)


Nel mio immediato futuro ci sono solamente libri in lingua perché sono quelli che più muoio dalla voglia di leggere da molto tempo e che, visto l'andazzo del lavoro estivo, mi sono tenuta appositamente per l'autunno per dedicarmici a dovere. 
Il primo è Exit, Pursued by a Bear di E.K. Johnston - e non è leggero in quanto ad argomento. E quando mai?
Il secondo è Every Last Promise di Kristin Halbrook - e anche qui, se non sono protagoniste complicate non le vogliamo. 

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Ho grandi aspettative per questi tre libri, quindi spero di non restare delusa! 
Nel frattempo ditemi un po' com'è andata la vostra settimana di letture oppure lasciatemi il link del vostro post e alla prima occasione passerò da voi! 
Cheers! :)

martedì 17 ottobre 2017

[Recensione] "London Belongs to Us" di Sarra Manning

La prima - e unica - volta che ho visto recensito questo romanzo al di fuori di Goodreads (e prima non l'avevo neanche notato) è stata sul blog Lily's Bookmark
E mi era sembrato carino, avevo ancora freschi i ricordi di Londra - non che adesso siano sbiaditi - e quindi mi sono detta... perché no?


Titolo: London Belongs to Us
Autrice: Sarra Manning
Data di uscita: 2 giugno 2016
Pagine: 264 (copertina flessibile)
Editore: Hot Key Books

Trama [tradotta da me]: Una città enorme

Un fidanzato in fuga
Una notte d'estate...
E una quantità esagerata di lacca

Sunny è abituata ad essere un po' ingenua. Ma quando le viene mandata una foto del suo ragazzo Mark mentre bacia un'altra ragazza ne ha finalmente abbastanza. La vendetta sarà sua - deve solo prima trovarlo. 

Mentre Sunny attraversa Londra per stanare Mark, ha l'aiuto di alcuni dei personaggi più particolari della città e di due ragazzi francesi assurdamente belli. Sunny potrà anche vivere la notte più bella della sua vita, ma quando finalmente raggiungerà Mark avrà il coraggio di fare la cosa giusta?

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Sunshine Williams - chiamata Sunny - sta con Mark da dieci mesi. 
E tutti - dai suoi genitori e parenti ai suoi amici - lo detestano. 

Siamo alla fine di agosto in una delle giornate più calde che Londra abbia mai vissuto e Sunny si trova a South London con la sua migliore amica per un picnic con la squadra di roller-derby di Emmeline. 
Ma South London le sembra miglia lontano da casa - e in fondo un po' lo è - e Sunny non vede l'ora di tornare nella zona nord per poi vedere il suo ragazzo. 
La pigra tranquillità del picnic è rovinata dall'amica pettegola del gruppo che, da un locale di Camden, manda a Sunny due foto di Mark che bacia una ragazza. 
E quella ragazza non è Sunny. 

Cosa significa tutto questo? 
Sunny decide di tornare a casa e magiarsi un chilo di gelato e affogare il suo dispiacere nel pelo soffice della sua gatta, quando Mark la chiama e le dice che è stato solo un malinteso - che è stata quella ragazza a baciare lui e che, oh, casualmente la sua mano è finita sul suo sedere e poi, ehi, possiamo vederci per parlarne anche se ora tutto è sistemato tra di noi? 
Ma con la Northern Line chiusa per lavori, Sunny dovrebbe prendere l'autobus sostitutivo - ma ci metterebbe due ore per arrivare a Camden. 
Ed ecco arrivare in soccorso della nostra protagonista due splendidi ragazzi francesi a bordo dei loro scooter, una sorta di celebrità nel gruppo dei loro amici perché così affascinanti e misteriosi - e ancora non si capisce se siano fratelli oppure amanti. 

Accettando l'aiuto e il passaggio di Vic e Jean-Luc ha inizio per Sunny una folle notte lungo le strade di Londra e tra furti di biciclette, personaggi stravaganti, concerti segreti e una scopa, quella che era partita come una caccia a Mark si trasforma nella serata più bella e divertente della sua vita. 


Sunny è molto ingenua e quasi remissiva, non è una protagonista che piace subito - infatti, inizialmente, ho avuto parecchie difficoltà con lei. 
Tende sempre a giustificare Mark, sin dai primi tempi della loro relazione, e ci vuole un po' prima che finalmente apra gli occhi e si renda conto di che razza di traditore è il suo ragazzo. Quando però lo fa, diventa un esempio per tutte le ragazze che - come lei - fino a quel momento avevano avuto pochissima autostima e fiducia in sé. 
London Belongs to Us è un romanzo pregno di femminismo perché anche se inizia con dei guai sentimentali, mette in luce il valore dell'amicizia e la brutta abitudine che ancora abbiamo di etichettare una ragazza come "facile" - per non dire di peggio - solo perché indossa pantaloncini corti e sembra provarci con il tuo ragazzo. È la storia di Sunny che prende finalmente coscienza del suo valore e che non ha più intenzione di permettere ad un uomo di trattarla come se valesse meno. 
È la storia di Sunny che cresce, matura e fa sentire la sua voce.

London Belongs to Us è anche un romanzo che tratta il tema del razzismo perché Sunny è figlia di madre inglese e padre giamaicano, con entrambe le parti della famiglia che hanno sempre avuto da dire la loro sulla sua cultura e sul modo in cui avrebbe dovuto portare i capelli. 
Ora Sunny li porta in maniera Afro ed è orgogliosa dei suoi capelli, ma detesta che la gente chieda sempre di poterli toccare. Sunny deve anche affrontare il razzismo non solo dei bianchi perché la vedono come "nera" o alla meglio come "mixed race", ma deve anche affrontare il razzismo dei neri che la vedono come "slavata" e che spesso le chiedono che ci faccia in giro con quelli di razza bianca.
E questo disagio lo sperimenta sulla sua pelle quando, cercando Mark, si ritrova nella Chelsea più posh che ci possa essere e lei è l'unica persona di colore. 

London Belongs to Us è soprattutto una dichiarazione d'amore a Londra perché Sunny AMA Londra, è casa sua - e quanto si arrabbia quando Jean-Luc dice di sentire la mancanza di Parigi e che Londra non gli piace. 
E con Sunny viviamo una Londra lontana dai posti turistici e ogni capitolo corrisponde ad una zona di Londra che Sunny attraversa, con l'introduzione di Sunny su quello che sa di quel posto. 

London Belongs to Us è un romanzo leggero, carinissimo, divertente - e la sagacia di Sunny quando finalmente smette di indossare i panni dell'ingenua è assolutamente esilarante - e pieno di avventura. 
E sebbene ci sia il potenziale per una love story, ho apprezzato che l'autrice l'abbia solo lasciato intendere perché Sunny non vuole più dipendere da un uomo e se le cose si svilupperanno in quella direzione in futuro, bene - ma adesso ha altre cose a cui pensare, in primis la nuova se stessa. 

Può una sola notte cambiare la tua vita? Credo di sì. O, perlomeno, può cambiare la direzione in cui stava andando.

Assolutamente promosso - anche se quel mascalzoncello francese di Vic con riserva. 


Blogger Recognition Award

Buongiorno lettori, oggi sono qui con un post diverso dal solito e per questo devo ringraziare Silvia del blog La nostra passione non muore mai ma cambia colore

Ma che cos'è il Blogger Recognition Award che vedete come oggetto del titolo? 


Per citare Silvia, il Blogger Recognition Award è un riconoscimento assegnato da altri bloggers, come nel caso del Liebster Award, con la differenza che è possibile nominare anche siti con più di 200 followers. 

E che succede quando si viene nominati? 
Semplicemente si ringrazia e si risponde a qualche domanda. 

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1. Ringraziare il blogger che ti ha nominato ed inserire il link al suo blog.
Già nominata sopra, se questo post esiste è solo merito di Silvia - che ringrazio di tutto cuore. Il suo blog si chiama La nostra passione non muore mai ma cambia colore e lo potete trovare QUI. I suoi post sono sempre interessanti e variegati e offrondo diversi punti di vista su cui riflettere - specialmente quando parla di libri che dividono le masse. 
UPDATE del 29.11.2017: ho ricevuto un'altra nomina e per questa nomina ringrazio Fede del blog Stories - che trovate QUI. Il suo blog mi piace tanto perché riesce sempre a raccontare/recensire un film oppure una serie televisiva essendo sempre precisa ma anche concisa - mica come la sottoscritta che divaga per decine di righe oppure si fa prendere da altro perdendo l'obiettività!

2. Scrivere un post per mostrare il proprio riconoscimento.
Questo è il quarto riconoscimento che ricevo quest'anno - insieme a tre Liebster Awards - e il merito è tutto vostro, oh miei 113 followers. Sono fiera di voi perché se mi seguite è evidente che i miei sproloqui vi piacciono, dal momento che nessuno di voi è arrivato qui grazie ad un giveaway. 

3. Raccontare la nascita del proprio blog.
È presto detto: sono nella blogosfera con questo nickname dal 2006. Ho sempre avuto un blog di natura personale - prima su Splinder e, alla sua chiusura a fine 2011, mi sono trasferita qui su Blogger. Quando sono uscita dal blocco del lettore durato anni mi sono resa conto che i post in cui parlavo dei libri che leggevo stavano prendendo il sopravvento sul resto e nei primi mesi del 2016 ho cominciato ad accarezzare l'idea di aprire un blog a parte per parlare esclusivamente delle mie letture in maniera meno personale.

4. Dare consigli ai nuovi blogger.
Non sono molto brava a dare consigli e non credo di poter essere un esempio in questo dal momento che sono comunque ancora molto timida e io stessa non mi "pubblicizzo" come forse dovrei fare e il fatto di aver sempre e comunque avuto un blog personale per dieci anni mi ha portata a restare sulle mie - lo so, sembra un paradosso. Quello che vi posso dire - perché è una cosa che io vedo e che mi dà anche sui nervi quando ci penso - è di rispondere ai commenti che vengono lasciati sul vostro blog. Potete metterci anche tempo, non dico che dobbiate rispondere nell'immediato perché so che la VitaVera si mette in mezzo e ha la priorità, ma non c'è cosa come vedere una mancata risposta al mio commento per farmi passare la voglia di visitare e leggere un determinato blog. 
L'educazione sta alla base di qualsiasi interazione - anche virtuale. 
E siate sinceri: si capisce quando il tono di un post è artefatto.

5. Nominare altri 15 blogger ai quali vuoi passare un segno di riconoscimento.

6. Informare chi ti ha nominato e chi hai nominato.
Volo!

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Fine! :)